Frattura scomposta pluriframmentaria della testa dell’omero

Uomo di 55 anni, il 30 Marzo è vittima di un grave incidente stradale con la moto dove tra i diversi traumi subiti spicca una gravissima frattura scomposta pluriframmentaria della testa dell’omero, abilmente trattata chirurgicamente si ricostruisce la testa dell’omero con i diversi frammenti.

Le lastre dopo l’intervento chirurgico


Dopo 1 mese e mezzo

Compariamo gli RX del paziente con quella di una spalla normale, si evidenzia immediatamente il grave danno anatomico, manca completamente gran parte della testa dell’omero, dove i tendini del sovraspinoso, piccolo rotondo e sottospinoso (trochite), sottoscapolare (trochine) si inseriscono.

A giugno il paziente inizia il trattamento riabilitativo ma dopo 8 mesi e mezzo il paziente non riesce a migliorare presentando come evidenzino le foto i seguenti rom, inoltre nonostante il Chirurgo sia fiducioso sul recupero del braccio, altri specialisti per il grave danno anatomico subito prevedono che il braccio non superi i 90° di elevazione.

Il paziente si rivolge al TRICENTER, lavorando in equipe, con le indicazioni del Chirurgo, ed il confronto tra Fisiatra e Fisioterapista.

Inizia il trattamento di riabilitazione in Acqua e Laser ad Alta Potenza Nd-Yag.

08/03/2010 – Dopo 6 trattamenti di idrochinesi e Laser ad alta potenza si può notare un miglioramento


12/03/2010 – Viene sottoposto a manipolazioni, la foto mostra l’aumento del range articolare


DOPO MANIPOLAZIONE

La capsulite adesiva post traumatica impedisce e rende dolorosa lo sblocco della spalla per l’intrarotazione quindi lavorando in equipe, il chirurgo decide di procedere con infiltrazione.

24/03/2010 – Si procede con idrochinesi e manipolazioni e LASER ad ALTA POTENZA, già dal primo trattamento si raggiunge un significativo miglioramento.


26/03/2010 – Nel secondo trattamento in piscina riesce dopo 9 mesi a portarsi da solo il braccio dietro la schiena.
Le foto mostrano i miglioramenti dopo la manipolazione e il LASER ALTA POTENZA

Flessione 140°, ma soprattutto il paziente riesce a mettere la mano dietro la schiena.

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